Il CARDO MARIANO (Silybum marianum) godeva un tempo di molta stima nella medicina popolare, stima che è andata via via sfumando ingiustificatamente. La pianta, infatti, è ricca di virtù terapeutiche che la rendono preziosa in particolare nelle disfunzioni epatiche. Il Cardo Mariano è stato al centro di numerosi lavori sperimentali che dimostrano l’attività antiepatotossica dei flavolignani (bioflavonoidi) presenti tra i principi attivi (Silimarina, Silidianina e Silicristina), solo recentemente isolati. È comunque il termine Silimarina a classificare i flavolignani, gruppo primario di isomeri chimici attivi del Cardo mariano. Queste molecole hanno dimostrato una spiccatissima azione epatoprotettiva nei confronti di tossici quali il tetracloruro di carbonio, la galattosamina, l’alcool e le tossine dell’Amanita falloide (falloidina), miracolosamente, la Silimarina, si lega alle cellule del fegato, impedendo ai veleni del fungo di legarsi ad esso, bloccando quindi il loro effetto velenoso.