Il TANACETUM PARTHENIUM era noto da sempre per le sue proprietà febbrifughe, ma già dal XVII secolo J. Parkinson cominciò a riconoscergli anche una buona efficacia per quanto riguarda le sindromi cefalalgiche. Dobbiamo ringraziare il Dottor E. Stewart Johnson se, alla fine anni ’70, si effettuò una prima sperimentazione clinica di questo rimedio presso la “City of London Migraine Clinic”; sperimentazione dalla quale si ottennero i primi incoraggianti risultati che diedero poi spunto e impulso alla voglia di intraprendere altre indagini in doppio cieco con buoni risultati. Una di queste sperimentazioni (risultati pubblicati sulla rivista medica Lancet), fu svolta in double-blind su 72 pazienti: i ricercatori somministrarono ai pazienti Tanacetum parthenium in polvere per un periodo della durata di quattro mesi. Al termine, si concluse che la pianta era in grado di controllare la frequenza, lintensità e la durata degli attacchi di emicrania. Il Tanacetum parthenium, riduce, in vitro, l’attività secretoria delle piastrine, inibendo loro la liberazione di serotonina. Questo potrebbe essere il meccanismo d’azione messo in atto dal Tanacetum parthenium per ridurre gli attacchi emicranici; infatti, studi hanno rilevato un comportamento anomalo delle piastrine durante un attacco di emicrania: le piastrine liberano serotonina. Da qui l’utilità degli antagonisti della serotonina per la prevenzione dell’emicrania. In altre bibliografie sull’emicrania, ove si è evidenziato l’impiego del Tanacetum parthenium, emerge indubbiamente la sua proprietà antispasmodica sulla muscolatura liscia la quale determinerebbe anche un blando effetto tranquillante. L’ALNUS GLUTINOSA o Ontano nero, questo il suo nome comune, fu grandemente stimato nella medicina popolare del passato: il suo uso risale al periodo medievale. Nel XVIII secolo alcuni ricercatori lo ritennero utile come febbrifugo, antidolorifico e antinfiammatorio. Le sue gemme possiedono uno spiccato organotropismo per il sistema vascolare arteriosoLa sua azione è diretta soprattutto alle pareti dei vasi arteriosi del cervello (arterie encefaliche), dove determina un effetto antiflogistico. Il RIBES NIGRUM, nelle gemme, contiene alte concentrazioni di eterossidi, derivati fenolici, Vitamina C ed  aminoacidi. Le stesse gemme possono essere utili, e portare giovamento, nei disturbi renali, nell’obesità, nella dispepsia e nella cefalea. Grazie alla sue proprietà ad azione cortisone-simile, il Ribes nigrum è diventato uno dei più importanti rimedi della terapia meristematica; è un grande antinfiammatorio sistemico. La ROSA CANINA contiene Vitamina C, pectine, tannini, acidi organici, carotenoidi e altre sostanze che danno alla pianta proprietà astringenti, vitaminizzanti, toniche, diuretiche. I giovani getti della Rosa canina hanno proprietà antinfiammatorie ed antiallergiche quindi utili nelle infiammazioni recidivante e nel trattamento delle emicranie e delle cefalee resistenti alla maggior parte delle terapie classiche. La TILIA TOMENTOSA (gemme) esercita un’azione ansiolitica, anti-spasmodica e di sedazione generale; è il tranquillante vegetale per eccellenza. Essa presenta un’ azione sedativa, coleretica, vaso dilatatrice ed antispasmodica agendo contemporaneamente sul centro del sonno e sull’asse cortico-ipotalamico con conseguente effetto calmante.

BIBLIOGRAFIA:
– Fernando Piterà – “Compendio di GEMMOTERAPIA CLINICA” – De Ferrari Editor
– Ernesto Riva – “L’universo delle PIANTE MEDICINALI trattato storico, botanico e farmacologico di 400 piante di tutto il mondo” – Ghedina & Tassotti editori s.r.l. – Bassano del Grappa (VI), Maggio 1995.