Ecco le piante che possono aiutare a mantenere in forma la prostata:

Il pigeo africano (Pygeum africanum Hook f., sin. Prunus Africana Kalk.) è un albero sempreverde, alto una trentina di metri, che vegeta nelle foreste dell’Africa equatoriale. In fitoterapia se ne utilizza la corteccia, a cui si ascrivono proprietà antiossidanti, antiflogistiche e di supporto nel trattamento sintomatologico dell’ipertrofia prostatica benigna
Il pigeo africano deve la sua azione antiflogistica all’attività inibitrice sulla 5 lipo-ossigenasi, che determina una minor formazione dei mediatori flogistici catalizzati da questo enzima, in particolare del leucotriene B4.
Studi in vitro hanno mostrato che l’estratto di Pygeum africanum inibisce la proliferazione dei fibroblasti prostatici indotta dai fattori di crescita come EGF (Epidermal Growth Factor), bFGF (basic Fibroblast Growth Factor) ed IGF-I (Insulin-like Growth Factor). Il pigeo africano è anche un debole inibitore dell’enzima 5 alfa-reduttasi e tale effetto, insieme al precedente, potrebbe conferire a questa “droga vegetale” un ruolo preventivo e terapeutico in presenza di ipertrofia prostatica benigna.

La SERENOA REPENS è conosciuta anche con il nome di Sabal serrulata; i nativi americani ne utilizzano il frutto sia come cibo, che per la cura di svariati problemi legati al sistema urinario ed all’apparato riproduttivo. Attualmente diverse ricerche sugli estratti dei frutti hanno dimostrato che la Serenoa repens è ricchissima di acidi grassi e fitosteroli. Queste ricerche sono frutto di una meta-analisi pubblicata sul Journal of the American Medical Association dove è stata dimostrata l’efficacia sul trattamento dei sintomi della iperplasia (ipertrofia) prostatica benigna (ingrossamento della prostata) in doppio cieco con un placebo e tra due dei più comuni medicinali in commercio.

Le indicazioni terapeutiche attribuite all’ORTICA (Urtica dioica) sono svariate ma solo recentemente uno studio sull’iperplasia prostatica ha dimostrato che la radice di Ortica può ridurre del 70% il volume della ghiandola (Rombi M, 100 Plantes Médicinales, Editions Romart, Nice 1991, p. 207).

BIBLIOGRAFIA:
– Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, II edizione, 2004
– Wikipedia, l’enciclopedia libera