Da un sondaggio realizzato dalla clinica di Ostetricia con i medici di base emerge anche la richiesta di saperne di più.

 

Molte donne temono gli effetti collaterali della terapia farmacologica …
Le donne chiedono più informazione ai medici di base i quali a loro volta vorrebbero essere meglio preparati per dare le indicazioni adeguate e manifestano per gran parte perplessità a sottoporsi alle cure ormonale proposte. Nei confronti della menopausa le friulane non hanno un atteggiamento negativo, ma sono ancora molte quelle che vivono questa delicata fase della propria vita come una malattia.
È quanto emerge da un’indagine esplorativa della Clinica di ostetricia e ginecologia del Policlinico universitario realizzata attraverso i medici di medicina generale dell’azienda sanitaria 4, oltre ad alcuni delle Ass 3 (Alto Friuli) e 5 (Bassa).
I questionari compilati e restituiti che hanno permesso l’elaborazione dei dati da parte del dipartimento di Scienze statistiche di Udine fanno riferimento a oltre 14.600 pazienti dai 40 ai 60 anni. In presenza di una sintomatologia legata alla menopausa, il 44% delle donne si rivolge al medico di base; solo in parte minore fissa un appuntamento con il ginecologo o con un centro specifico; scarso è il ricorso ad altri professionisti, mentre è definita «significativa» la quota di coloro che, pur in presenza di sintomi e problemi, non fanno nulla.
Il sintomo che più preoccupa le donne in menopausa sono le vampate di calore (62% delle pazienti), seguite da sudorazioni e dalla richiesta di prevenzione dell’osteoporosi. Tra le donne che per questo problema fanno riferimento al medico di base, il 55% vi si rivolge per un aiuto generico, il 35% richiede direttamente il trattamento ormonale; su questa scelta influisce molto spesso il consiglio del ginecologo. La cosiddetta Hrt, terapia ormonale sostitutiva, è tuttavia motivo di preoccupazione per numerose donne. La quasi totalità (95%) di chi non le accetta, teme possibili conseguenze sulla salute, la paura più diffusa è il cancro al seno. Non pochi sono i casi di chi decide di sospendere l’assunzione di ormoni, spesso sostituendoli con una terapia alternativa.
«Una tendenza piuttosto diffusa commenta il professor Diego Marchesoni, direttore della clinica di ostetricia e ginecologia del Policlinico, nella quale è attivo da qualche anno un centro per la menopausa è il ricorso all’omeopatia e alle erbe, agli estratti naturali di soia o salvia in particolare. Questi estratti se possono essere efficaci nell’intervento sul disturbo soggettivo, le classiche vampate di calore, non hanno alcuna influenza invece nella prevenzione, ovvero su osteoporosi, rischi cardiovascolari, Alzheimer, distrofia genitourinaria».
Eppure lo scetticismo nei confronti della cura ormonale è ancora forte. «Vero, il timore dell’insorgere dei tumori al seno frena molte donne.
Noi, salvo taluni casi, vedi chi ha avuto una recente mastectomia, tendenzialmente consigliamo la cura ormonale. Si tratta di farmaci utilizzati in tutto il mondo, indispensabili per la prevenzione di cui accennavo e anche per curare la depressione. Importante resta comunque l’attenzione per lo stile di vita, dalla dieta, alla ginnastica, all’allontanamento dei fattori di rischio. Per un approccio ottimale, il ruolo dei medici di base è quanto mai rilevante».

Fonte Messaggero Veneto articolo di Paola Lenarduzzi